Ciao, dimmi come sto, mi rispondi "non lo so"
perché sai già che tornerò.
Prendi tutto ciò che ho come Margot, quante volte hai detto "si" e pensavi "no" però…
Ti dispiace? Tutto tace, mentre cerco pace non sono capace
perché sai che più fa male più mi piace.
Lei loquace quanto audace e capricciosa, perspicace,
in più vorace e vanitosa ma la notte non si piace e giace sola nel suo letto, stretto per una persona.
Balleremo ancora in mezzo al fango, mentre canto, tu sei come Marla: sei il mio cancro.
Quando siamo a letto, spesso io non parlo e c'ho l'inferno dentro anche se sembro calmo.
Piango e guardo questa Venere che spegne sigarette sul mio cuore portacenere.
Non ci posso credere a vedere che sei fredda come l'Everest,
la quintessenza come l'etere per ledere le vertebre e lasciarmi sempre fra le tenebre.
Fammi accendere già di mattina, prima che questo malessere mi opprima,
lanci mille piatti per l'adrenalina e balli con i tacchi sulla mia autostima.
Signorina, non pretendo più il tuo tempo, se finisco il mio pacchetto finché aspetto,
te l'ho mai detto?
Resto su questo muretto e sto ripetendo a me stesso che domani smetto.
Tu mi fai lo stesso effetto ma c'ho buchi nel cervello che non curi con l'affetto,
quale rapporto diretto? Cerco il tuo rispetto ma sei solo una bambina col rossetto;
e adesso non rifletto, voglio aprirti il petto e vedere se sei bella dentro.
No, era tutto un film in testa, a chi interessa se ogni mia parola ti è indigesta,
non canto le tue gesta principessa, se un rapporto sembra guerra resta merda.
Stop! Tieni la finestra aperta, senza l'aria la tristezza che mi smembra,
vedi da te che questa cella è già più fredda e chiedi di me perché non è più come sembra.
Accetta che la fretta mi accarezza con la tua dolcezza e viceversa,
la consapevolezza della tua bellezza ti ha resa una bambola di pezza.
E che amarezza, vedere che si prega per la tua salvezza quando annega ogni certezza e se non piega,
adesso spezza. Lascio quella, balzo questa, pazzo in testa, tu sorridi e io di scatto vado in bestia.
Cazzo c'entra ‘sta faccenda, sei depressa quale "diversa", sei la stessa più complessa.
Della mia stella resta la luce riflessa, quale promessa sei la mia scommessa persa.
La vendetta va servita sempre fredda, si aspetta e si progetta per averla
dopodiché si accetta quello che ci spetta, scrivo di te perché sei bella e maledetta.
Che disdetta quando ho detto "sei perfetta", almeno accetta che mi prenda la mia fetta.
Lei si accerta, mi corteggia e mi ammanetta, cerca sicurezze in mezza sigaretta.
E adesso è spenta, mentre lei tenta di spiegare una bugia già detta,
quando amare è la certezza che più la spaventa.
C'è chi cerca una conferma,
io ti tengo stretta fino a quando il cuore ti si ferma.